Ai primi del mese di gennaio 2020 alcuni Amici e Colleghi, afferenti a diversi Atenei (Università degli studi di Napoli, Federico II, King’s College London, Università degli studi della Campania “L. Vanvitelli”, Università degli studi di Napoli, Parthenope e Università degli studi di Catania), impegnati nel s. s. d. IUS/15 Diritto processuale civile e nel Diritto processuale civile comparato, hanno con entusiasmo immaginato una nuova Rivista, a tempistica trimestrale, on line ed open access. Rivista che si proponesse nel panorama degli studi, in materia, italiani e internazionali, cominciando col darvi accesso, previo serio referaggio, ai giovani che la vogliano coltivare.
La Rivista (ISSN 2724-1106), cui si è dato il nome “Il diritto processuale civile italiano e comparato” (DPCIeC), ha cominciato a strutturarsi con l’apporto di idee di ciascuno, e il 28 gennaio 2020 ha acquisito il primo dominio internet: www.ildirittoprocessualecivile.it (successivamente si è anche acquisito l’ulteriore dominio www.ildirittoprocessualecivileitalianoecomparato.it, sicchè ad essa si può oggi accedere per entrambe le vie).
Previo allestimento del relativo sito web, la Rivista è stata resa attiva on line il successivo 30 marzo. E, dunque, il suo primo fascicolo copre il primo trimestre di pubblicazione (aprile/giugno 2020).
Regolarmente iscritta presso il Tribunale di Napoli, essa si propone open access e in forma del tutto gratuita (per gli Autori e per il pubblico) perché, fatto salvo, in generale, l’insostituibile ruolo delle Case editrici (ed in materia giuridica se ne rinvengono molteplici e di onorata e spesso antica tradizione) tale forma di divulgazione degli studi ovviamente facilita il dibattito tra dottrina, avvocatura e giurisprudenza.
Nell’ottica di un fecondo scambio, in un prossimo futuro, si spera, confortato da contributi di Maestri della materia.
Perché, nella home page, l’immagine di una libreria? E perché una foto d’antan (una giovane donna con in braccio due giovani figlioli) su quella libreria?
Semplicemente perché tutti, nessuno escluso, non siamo che questo: persone che hanno radici nel proprio vissuto e gettano un ponte alle generazioni future. Un ponte che ciascuno costruisce come può, e coi mezzi che ha.
Noi abbiamo i libri, che hanno accompagnato la nostra vita e guidano tuttora i nostri studi come imprescindibili strumenti di approfondimento. E ci piace usarli come biglietto d’invito a una festa: quella della cultura, e della cultura giuridica in particolare.
E poiché tutto oggi corre sul web, non ci sottraiamo alla sfida. Anzi, ci affidiamo di buon grado al nuovo araldo, perché raggiunga quanti più invitati possibili (con l’impegno a conservare la Rivista per sempre open access). Nell’idea che una festa è tale solo se si è in tanti, e in tanti se ne condividono i dialoghi e le atmosfere. E chissà che, nel, si spera, gioioso e diffuso ma serio e fecondo prossimo futuro della Rivista, ad altri venga in mente di accostarsi alla materia, cominciando dalla lettura dei Classici, e di sfogliare un libro: anche uno solo, anche a caso.
Sarà il regalo più bello per chi quella festa ha voluto open access, spalancandone volentieri le porte a chiunque voglia aggiungersi e contribuire al dibattito.
Alla Rivista si è deciso, poi, di collegare un blog (del tutto autonomo dalla Rivista medesima) che reca informazioni varie di attualità e, soprattutto, (ad oggi in fieri) un Commento “aperto”, articolo per articolo, al codice di procedura civile, sotto la responsabilità scientifica del professore Giuseppe della Pietra.